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Attualità martedì 15 novembre 2016 ore 12:30

Continua l'inchiesta sull'Ato rifiuti

Si è avvalso della facoltà di non rispondere il direttore generale di Ato Rifiuti nell'ambito dell'inchiesta sulla gara per lo smaltimento dei rifiuti



VALTIBERINA — Si è avvalso della facoltà di non rispondere Andrea Corti, 50 anni, il direttore generale dell'Ato Toscana Sud, agli arresti domiciliari da mercoledì scorso nell'ambito dell'inchiesta sulla gara da 3,5 miliardi per la gestione ventennale del ciclo completo dei rifiuti nelle province di Siena, Arezzo e Grosseto.

L'appalto era stato vinto nel 2013 dal consorzio Sei Toscana, capeggiato dalla mandataria Siena Ambiente e partecipato da spa e cooperative. Assistito dall'avvocato Enrico De Martino, del foro di Siena, Corti è stato sentito per l'interrogatorio di garanzia dal gip Matteo Zanobini.

Lo stesso giudice, che aveva respinto la richiesta di rinvio avanzata dall'avvocato De Martino, ha poi ascoltato Eros Organni, 51 anni, ad del consorzio Sei Toscana assistito dall'avvocato Valerio Valignani. Anche Organni, sottoposto alla misura interdittiva da professioni e imprese, ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere.

Alle domande del gip hanno invece risposto sia Marco Buzzichelli, 54 anni (ad di Siena Ambiente spa) sia l'avvocato fiorentino Valerio Menaldi, 51 anni, consulente dell'Ato, entrambi interdetti.

"Il mio assistito ha chiarito in quasi 2 ore di interrogatorio davanti al giudice la sua posizione - spiega l'avvocato Luca Sirotti del foro di Bologna, legale di Buzzichelli -. Naturalmente si è dichiarato estraneo a tutti i fatti". Sirotti ha annunciato che depositerà un ricorso al tribunale del riesame nei prossimi giorni.

Quasi due ore è durato pure l'interrogatorio di Menaldi: "ha spiegato tutti i punti critici segnalati dal gip nell'ordinanza - dice l'avvocato Eriberto Rosso, difensore del consulente dell'Ato - ricostruendo la vicenda da una prospettiva diversa e chiarendo quella che era la sua attività".


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